Tra le piazze e le urne: note sul processo costituente cileno

Abstract

Nel momento in cui ho proposto questo intervento non si erano ancora svolte le elezioni che, il 15 e il 16 maggio scorsi, hanno definito le e i membri della Convención Constitucional chiamata a scrivere la nuova costituzione cilena. Il paese era in campagna elettorale e l’ipotesi dalla quale partivo, e che davo in qualche modo per scontata, era che le «oliate» macchine propagandistico-elettorali, come quelle delle due coalizioni che hanno governato la transizione cilena alla democrazia (1990-2019), potessero ottenere un risultato che gli permesse di provare a espropriare il processo costituente. Non era un’ipotesi molto originale. Solo per fare un esempio, la politologa cilena Camila Vergara aveva paventato «un processo costituente che di sicuro sarà controllato da partiti politici delegittimati e inondato da propaganda pagata dalle élite per conservare il sistema».